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COME TRATTENERE IL RESPIRO

Di Zinnie Harris
Traduzione di Monica Capuani

Regia di Marco Plini
con Fabio Banfo, Luca Cattani, Cecilia Di Donato, Alice Giroldini, Marco Maccieri

Disegno luci di Fabio Bozzetta
Musiche originali di Alessandro Deflorio
Dramaturg Monica Capuani
Assistente alla regia Elena C. Patacchini

Produzione di Centro Teatrale MaMiMò e Teatro Nazionale di Genova
per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay

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La storia racconta di una donna, Dana, che una sera fa l’amore con uno sconosciuto. Un uomo strano, inquietante, che dice di essere il diavolo. Da quel momento, la sua vita cambia. Si trova ad affrontare – assieme a sua sorella Jasmine – un’avventura catastrofica: un allucinante viaggio dal cuore dell’Europa fino ad Alessandria d’Egitto. Accompagnate da uno strano e premuroso bibliotecario che propone manuali per ogni evenienza, le due donne attraversano un mondo che si sta sfaldando, che sta crollando su se stesso, in una sistematica inversione di ogni regola e di ogni certezza.

Crediti
Trailer

NUOVA PRODUZIONE 2025

Note di regia
di Marco Plini

Quello che attrae e stupisce del testo “Come trattenere il respiro” è l’ottimismo cieco e lievemente demenziale della protagonista – Dana – che di fronte al crollo del sistema finanziario europeo e al dissolversi del suo stile di vita, non si arrende e con l’arroganza tipica dell’essere umano contemporaneo occidentale si ostina a immaginare e attendere un futuro in cui tutto tornerà a posto, in cui tutto tornerà com’era.

Il materiale della drammaturga Zinnie Harris assorbe in maniera inequivocabile il fallimento delle politiche liberiste della fine del novecento, ironizzando in maniera esemplare su quello che Mark Fischer ha definito “realismo capitalista”.

Questo percorso – a metà tra una via crucis cattolica e un revival al femminile del Faust – è una traiettoria di scoperta, ma non di crescita, Dana non impara niente e rimane incastrata dentro un’illusione ottimistica, anche quando tutto precipita. Fino all’ultimo rimane convinta di poter ricostruire la sua perfetta vita borghese in un altrove che, in questo caso, è rappresentato da Alessandria d’Egitto. Una storia in cui la protagonista attraversa le contraddizioni del nostro sistema di vita, in una favola nera dai contorni ferocemente comici.

L’idea dello spettacolo è che questa apocalisse sia già avvenuta e che si ripercorra l’epifania di Dana, guardandola con ironia, provando la stessa tenerezza che si prova guardando i bambini scoprire cose usuali per la prima volta, con quel misto di ingenuità e sorpresa che costringerà la protagonista ad agitarsi e stupirsi fino alla fine del suo percorso.

Questo sguardo consapevole e lucido rispetto a un disastro già avvenuto ha guidato tutta la costruzione della messa in scena.

Note di regia
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